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 Cappuccetto Rosso

Cappuccetto Rosso

Riepilogo

Cappuccetto Rosso, una bambina che indossa sempre un cappuccio rosso, viene incaricata dalla madre di portare cibo e vino alla nonna malata, avvertendola di non uscire dal sentiero. Nel bosco, incontra un lupo che la convince a raccogliere fiori, mentre lui corre a casa della nonna e la divora. Travestitosi da nonna, il lupo cerca di mangiare anche Cappuccetto Rosso, ma un cacciatore interviene, uccide il lupo e salva entrambe. La bambina impara la lezione: mai disobbedire alla madre.

Testo

**Cappuccetto Rosso**
C'era una volta una dolce bambina che tutti amavano a prima vista, ma soprattutto sua nonna, che le avrebbe dato qualsiasi cosa. Una volta le regalò un cappuccio di velluto rosso, che le stava così bene che non volle più indossare altro. Per questo tutti la chiamavano Cappuccetto Rosso.
Un giorno sua madre le disse: "Vieni, Cappuccetto Rosso, ecco un pezzo di torta e una bottiglia di vino. Portali alla nonna, è malata e debole, le faranno bene. Parti prima che faccia troppo caldo, e mentre cammini, vai con calma e non uscire dal sentiero, altrimenti potresti cadere e rompere la bottiglia, e la nonna non avrebbe nulla. E quando entri nella sua stanza, non dimenticare di dire 'buongiorno', e non curiosare in ogni angolo prima di farlo."
"Starò molto attenta," rispose Cappuccetto Rosso alla madre, e glielo promise con una stretta di mano.
La nonna viveva nel bosco, a mezza lega dal villaggio, e appena Cappuccetto Rosso vi entrò, incontrò un lupo. La bambina non sapeva che fosse una creatura malvagia e non ne aveva affatto paura.
"Buongiorno, Cappuccetto Rosso," disse il lupo.
"Grazie, signor lupo."
"Dove vai così presto, Cappuccetto Rosso?"
"Dalla nonna."
"Cosa hai nel grembiule?"
"Torta e vino. Ieri era giorno di cottura, così la povera nonna malata avrà qualcosa di buono per riprendersi."
"Dove abita tua nonna, Cappuccetto Rosso?"
"A un buon quarto di lega più avanti nel bosco. La sua casa è sotto i tre grandi alberi di quercia, con i noccioli proprio sotto. Di sicuro la conosci," rispose Cappuccetto Rosso.
Il lupo pensò tra sé: "Che tenera creaturina. Che bocconcino succulento, sarà più gustosa della vecchia. Devo agire con astuzia per prenderle entrambe."
Così camminò per un po' accanto a Cappuccetto Rosso, poi disse: "Guarda, Cappuccetto Rosso, che bei fiori ci sono qui intorno. Perché non ti guardi attorno? E credo anche che non senti come cantano dolcemente gli uccellini. Cammini seria come se andassi a scuola, mentre qui nel bosco tutto è così allegro."
Cappuccetto Rosso alzò gli occhi e, vedendo i raggi del sole danzare tra gli alberi e i fiori colorati ovunque, pensò: "Se portassi alla nonna un bel mazzolino fresco? Le farebbe piacere. È ancora presto, arriverò comunque in tempo."
E così si allontanò dal sentiero per cercare fiori. E ogni volta che ne coglieva uno, ne vedeva uno ancora più bello più avanti e correva a prenderlo, finché si addentrò sempre più nel bosco.
Intanto il lupo corse diritto alla casa della nonna e bussò alla porta.
"Chi è?"
"Cappuccetto Rosso," rispose il lupo. "Ti porta torta e vino. Apri la porta."
"Alza il chiavistello," chiamò la nonna, "sono troppo debole e non riesco ad alzarmi."
Il lupo sollevò il chiavistello, la porta si spalancò, e senza dire una parola andò dritto al letto della nonna e la divorò. Poi indossò i suoi vestiti, si mise il suo cappuccio, si sdraiò nel letto e tirò le tende.
Cappuccetto Rosso, intanto, aveva continuato a raccogliere fiori, e quando ne ebbe così tanti da non poterne portare più, si ricordò della nonna e si incamminò verso casa sua.
Fu sorpresa di trovare la porta della casetta aperta, e quando entrò nella stanza, ebbe una strana sensazione e disse tra sé: "Oh cielo, che strano mi sento oggi, mentre di solito mi piace tanto stare con la nonna."
Chiamò: "Buongiorno," ma non ricevette risposta. Allora si avvicinò al letto e tirò indietro le tende. Lì giaceva la nonna con il cappuccio tirato giù sulla faccia, e aveva un aspetto molto strano.
"Oh, nonna," disse, "che orecchie grandi che hai."
"Per sentirti meglio, bambina mia," rispose il lupo.
"Ma, nonna, che occhi grandi che hai."
"Per vederti meglio, cara."
"Ma, nonna, che mani grandi che hai."
"Per abbracciarti meglio."
"Oh, ma nonna, che bocca enorme che hai!"
"Per mangiarti meglio!"
E appena il lupo ebbe detto questo, con un balzo fuori dal letto inghiottì Cappuccetto Rosso.
Dopo aver soddisfatto l'appetito, il lupo si rimise a letto, si addormentò e cominciò a russare rumorosamente. Un cacciatore passava proprio davanti alla casa e pensò: "Come russa la vecchietta. Devo controllare se ha bisogno di qualcosa."
Entrò nella stanza e, avvicinatosi al letto, vide il lupo che vi giaceva. "Eccoti qui, vecchio peccatore!" disse. "Ti cercavo da tempo."
Stava per sparargli, quando gli venne in mente che il lupo avrebbe potuto aver mangiato la nonna, e che forse poteva ancora salvarla. Così non sparò, ma prese un paio di forbici e cominciò a tagliare la pancia del lupo addormentato.
Dopo due tagli, vide brillare il rosso del cappuccio, e con altri due tagli la bambina saltò fuori, gridando: "Ah, che paura! Com'era buio dentro il lupo!"
Poi uscì anche la nonna, viva ma quasi senza fiato. Cappuccetto Rosso, però, prese subito delle grosse pietre con cui riempirono la pancia del lupo, e quando questi si svegliò, cercò di scappare, ma le pietre erano così pesanti che crollò a terra e morì.
Tutti e tre furono felici. Il cacciatore scuoiò il lupo e portò a casa la pelle. La nonna mangiò la torta e bevve il vino portati da Cappuccetto Rosso e si riprese, ma la bambina pensò: "Finché vivrò, non lascerò mai il sentiero per correre nel bosco, quando mia madre me lo ha proibito."
Si racconta anche che una volta, mentre Cappuccetto Rosso portava di nuovo delle torte alla nonna, un altro lupo le parlò cercando di attirarla lontano dal sentiero. Ma Cappuccetto Rosso stavolta fu prudente e proseguì dritta per la sua strada, raccontando poi alla nonna dell'incontro col lupo e di come le avesse augurato il buongiorno con uno sguardo così cattivo che, se non fossero state sulla strada principale, ne era certa: l'avrebbe divorata.
"Bene," disse la nonna, "chiuderemo la porta, così non potrà entrare."
Poco dopo il lupo bussò e gridò: "Apri la porta, nonna, sono Cappuccetto Rosso e ti porto delle torte!"
Ma non risposero né aprirono. Allora il lupo grigio girò due o tre volte intorno alla casa e alla fine saltò sul tetto, deciso ad aspettare che Cappuccetto Rosso tornasse a casa la sera per seguirla e divorarla al buio.
Ma la nonna capì i suoi piani. Davanti alla casa c'era una grande vasca di pietra, così disse alla bambina: "Prendi il secchio, Cappuccetto Rosso. Ieri ho fatto delle salsicce, porta l'acqua in cui le ho bollite alla vasca."
Cappuccetto Rosso riempì la vasca fino all'orlo. L'odore delle salsicce raggiunse il lupo, che annusò e si sporse, finché allungò troppo il collo, perse l'equilibrio e scivolò giù dal tetto dritto nella vasca, affogando.
E Cappuccetto Rosso tornò a casa felice, e nessuno le fece mai più del male.